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COME RICICLARE LE TEALIGHT PER NUOVE CANDELE

Spesso ci si ritrova con tanti avanzi di vecchie candele e qualche tealight, le candeline per i bruciatori di essenze e scaldaté. Cosa farne?

Serve davvero poco, anche economicamente parlando, per far rinascere delle nuove candele: vecchi vasetti tipo yogurt e omogeneizzati, degli stuzzicadenti, uno stoppino cerato di un vecchio cero e dalle preziose “tea light” si preleva la vecchia base in alluminio rotonda che originariamente teneva il vecchio stoppino, un pentolino e ovviamente tutta la cera recuperata.

Vediamo in questo video come recuperare vecchi avanzi di candele, le candele venute male e le tealight per farne nuove meravigliose creazioni!

Attenzione, le candele in paraffina e materiali sintetici non vanno mischiate con le candele in cere naturali (cera d’api, cera di soia ecc.). E’ meglio indossare sempre la mascherina e arieggiare il locare quando si lavora con materiali sintetici a caldo.

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SAPONE ARTIGIANALE E SAPONE INDUSTRIALE: I DUE MONDI A CONFRONTO

Articolo a cura di Laboratorio Aromantiche

Il mondo del Sapone Artigianale è molto vasto ed ha radici lontane: dopo la diffusione dei saponi industriali e delle saponette coloratissime e profumate che sono comparse da noi nel dopoguerra, quasi nessuno ha più fatto il sapone in casa.

Eppure, se chiedete agli anziani di raccontarvi come si fa il sapone, quasi tutti vi diranno che si, anche loro lo facevano a casa, con la lisciva, con la cenere, con la soda caustica. Il sapone si faceva nelle case e nelle fattorie perché si comprava il meno possibile e si faceva quasi tutto in casa, come il pane, l’aceto, la birra, le marmellate… Era un sapone buono per fare il bucato, fatto molto spesso con il sego dei maiali.

Gli ingredienti utilizzati per realizzare il sapone in passato erano molto legati al territorio: nel Sud Italia, ricco di uliveti e frantoi, il sapone veniva realizzato con le rimanenze dell’olio degli anni precedenti; al Nord invece veniva impiegato il sego di maiale.

colatura in pentola del sapone artigianale

Nel sapone industriale molto spesso potete trovare derivati animali: basta che negli ingredienti ci sia scritto sodium tallowate, ed ecco che in quella saponetta sono presenti scarti della macellazione degli animali. Quindi chi sceglie la saponetta industriale molto spesso compra un prodotto che contiene anche sofferenza animale, oltre a non avere quasi niente del vero sapone.

Il sapone è un sale, formato dalla reazione tra un acido debole, che nel nostro caso proviene dagli oli e dai grassi, e da una base forte, l’idrossido di sodio o soda caustica, o l’idrossido di potassio, o potassa. Parleremo in un prossimo post di questi ingredienti: adesso ci basti sapere che ciò che si forma dall’unione di questi genera un prodotto ricco e detergente, che contiene naturalmente glicerolo, dall’azione idratante.

Da qualche tempo il sapone artigianale sta vivendo una nuova celebrità: forse per la crescita della consapevolezza individuale, o perché siamo sempre più portati a scegliere prodotti naturali e genuini, e anche grazie ad Internet, che ha diffuso tecniche e tutorial per realizzare a casa il sapone.

Fare il sapone può diventare un’Arte, quando iniziamo a giocare con pigmenti naturali, miche, essenze, fiori e frutti: alcuni saponi possono essere considerate vere e proprie Opere d’Arte.

Il sapone artigianale, una forma di arte

Non è difficile fare il sapone in casa, se si prendono le dovute precauzioni: inoltre si può sempre acquistare da artigiane, sempre più numerose, che lo preparano con maestria. Insieme entreremo nel mondo del Sapone Artigianale, studiando gli ingredienti, le tecniche e le meraviglie che può riservarci una semplice saponetta.

Il sapone fatto a mano è una validissima alternativa al sapone industriale: non contiene stabilizzanti, né conservanti, né schiumogeni, né essenze di sintesi. Solo questo può essere un buon motivo per scegliere il sapone artigianale.

Inoltre viene fatto stagionare per lunghi periodi, cosa che è impossibile nell’industria: questo processo di stagionatura serve proprio a rendere il nostro sapone un vero sapone, con tutte le caratteristiche buona che questo possiede naturalmente. L’industria non può certo aspettare due o tre mesi per vendere i suoi prodotti!

Fare il sapone vi porta anche indietro nel tempo, regalandovi momenti di lentezza, nei quali la pazienza è la dote migliore. E se vorrete solo comperarlo, almeno saprete che tutto quello che c’è dentro proviene dalla Natura!

Fare il sapone e’ un’arte che richiede attenzione e studio; le materie utilizzate, pur essendo naturali necessitano capacità di gestione perchè possono avere reazioni pericolose. Pertanto consigliamo uno studio propedeutico e approfondito prima di passare alla pratica.

Sapone artigianale del Laboratorio Aromantiche